Arbau, sindaco di Ollolai: la Sardegna diventi una Comunità autonoma e non assistita

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di Vindice Lecis

Né indipendentista, né separatista. Per il movimento civico La Base la Sardegna deve diventare Comunità autonoma all’interno degli ordinamenti repubblicani. “La strada che proponiamo non è il Bengodi ma una percorso faticoso per uscire dalla specialità assistita e costruire un forte progetto autonomista e identitario. Insomma, siamo un soggetto politico che ha come obbiettivo l’autodeterminazione della nazione sarda e la felicità dei sardi”, spiega Efisio Arbau, vulcanico sindaco di Ollolai, uno dei paesi simbolo della Barbagia e della Sardegna interna (tra l’altro sua l’idea delle case a 1 euro) E’ il leader e fondatore del movimento, all’indomani della cacciata, insieme ad altri, dal Pd nel 2010 per la richiesta di primarie.

Il 25 terrete a Ollolai la vostra assemblea generale. Aria di mani libere dopo l’esperienza con la maggioranza di Pigliaru?

“Siamo ormai convinti che l’attuale politica sarda sia totalmente inadeguata. Per cambiare dobbiamo mettere al centro un programma, preciso e concordato, di governo proprio come accade nei Comuni”.

Per ora niente ipotesi di alleanze?

“Alleanze? Noi proponiamo un governo civico concreto. Rifuggiamo da etichette che sono utili solo per imbonire i cittadini. E per ricattarli facendo appello ai loro sentimenti politici più sinceri”.

Destra e sinistra che cosa sono per voi?

“Oggi assistiamo a uno stravolgimento delle appartenenze. Se guardiamo ai fatti ci rendiamo conto che Berlusconi era meno liberista di Renzi. E il pacchetto Treu sulla precarietà è frutto della stagione Prodi-D’Alema. Per noi, etichette a parte, conta il programma come unica regola. Direi prima le persone e le loro storie”.

Che giudizio sulla giunta regionale presieduta da Pigliaru?

“Una giunta inadeguata e una maggioranza litigiosa. Un’armata Brancaleone per vincere le elezioni. Dal punto di vista pratico non ha prodotto nulla di utile. Non si può andare avanti così”.

Per diventare comunità autonoma quali sono i presupposti necessari?

“Se guarda il nostro programma leggerà che alla base di tutto sta la creazione di un sistema fiscale sardo, struimento per superare la specialità. Inoltre, una delle nostre proposte centrali di governo, legata alla prima, è la costituzione di una zona franca doganale e un taglio delle tasse alle piccole imprese”.

Altri punti del vostro progetto di governo civico?

“Non mi sembra di secondaria importanza l’attuazione del progetto di Burocrazia Zero. C’è una legge regionale approvata, proposta da noi, che attende però l’attuazione. Questo consentirebbe non solo maggiore celerità nel rapporto tra cittadino e istituzioni ma anche la riduzione di sprechi e clientelismi. E a questo proposito vorrei ricordare che abbiamo depositato una proposta in Consiglio regionale per il taglio retroattivo dei vitalizi e per il tetto dello stipendio da consigliere fissato in tremila euro, più le spese di soggiorno per chi abita oltre i cinquanta chilometri da Cagliari”.

Ritiene che proposte come il consumo di prodotti sardi serva?

“Altro che serve! E’ un passo importante per la sovranità alimentare. E’ una questione molto seria il consumo dei prodotti sardi e mense a chilometro zero. Un modello già attuato e con ottimi risultati in 22 Comuni del Medio Campidano che ha lasciato nel territorio 11 milioni di euro di valore aggiunto”.

Sulla pastorizia e la vertenza legata al prezzo del latte che cosa proponete?

“Samo in prima fila. Serve anzitutto un patto per il latte e un governo del mercato. Noi abbiamo le migliori aziende europee, ora è necessaria una classe dirigente adeguata del settore. Oggi c’è un fossato tra i pastori e quel mondo fatto di politici e operatori vari. Dobbiamo impedire che il pastore fuori dal cancello della sua azienda resti un soggetto debole e finisca in mano ai ciarlatani. La commissione Bilancio del consiglio regionale ha approvato l’unica misura possibile e condivisa sulla questione del prezzo del latte: ritirare i formaggi Dop e nello specifico il Pecorino romano prodotto in eccesso dai trasformatori nella scorsa stagione. Come ha detto il nostro consigliere regionale Gaetano Ledda, bisogna ora legare il bando al pagamento del latte al pastore non sotto i costi di produzione. Bisogna fare in fretta, tagliando la burocrazia e cercando un accordo tra le parti”.

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