Salute, lavoro, diritti e pari opportunità nei luoghi decisionali: gli impegni di Sinistra Sarda per le donne

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Il 26 gennaio a Cagliari, come candidato alla carica di presidente della giunta regionale per Sinistra Sarda ho firmato convintamente una carta d’impegni per la Parità presentata dall’Associazione Coordinamento 3- Donne di Sardegna.

Sintetizzo le richieste e le mie risposte.

Governance: è fondamentale istituire un apposito assessorato regionale alle Pari Opportunità e rivisitare funzioni e compiti della Commissione Pari Opportunità che dovrà essere trasformata in Commissione consiliare con relativi poteri e prerogative.


La proposta contenuta nella piattaforma esprime la giusta ambizione di strutturare il tema delle pari opportunità all’interno degli organi principali della autonomia regionale : il consiglio e la giunta, e, in questo modo, consentendo alle pari opportunità di imprimersi nei rapporti tra la funzione legislativa e quella di governo.
È una proposta che condivido per 2 ragioni : perché conferisce rango istituzionale ad una materia che consente di realizzare più efficacemente la naturale trasversalità delle Pari Opportunità, che devono informare tutte le politiche regionali (da quelle economiche e sociali a quelle sanitarie, del lavoro, culturali).

Partecipazione delle donne ai luoghi decisionali: promuovere la partecipazione femminile in tutti gli ambiti. La Sardegna deve avere il coraggio di credere nel valore delle donne.

Sono favorevole all’estensione del concetto di governance anche ai luoghi decisionali diversi da quelli riferiti agli organi della autonomia regionale (consiglio e giunta). Mi riferisco ad esempio alla sanità, alla presidenza di autorità portuale e di tutto il sistema dei trasporti, delle banche e delle  fondazioni bancarie.
Piano Straordinario per l’occupazione femminile in quanto i tassi di attività e di occupazione sono troppo bassi e vi sono forti discriminazioni di genere.
Politiche attive del lavoro e un piano del lavoro efficace abbatterebbe la causa prima della disoccupazione di tutti. Ma è innegabile che il lavoro delle donne (la minore possibilità di accedere al lavoro, fare carriera e disporre di parità salariale) esige interventi conseguenti e coerenti. In molte realtà produttive si registrano degli ostacoli spesso riconducibili al tema della maternità, a quelle scelte di vita che ancora sono rimesse alla fatica delle donne e alla loro rinuncia. Un piano per l’occupazione femminile deve intervenire sul mercato, ma deve collegarsi strettamente ai diritti, magari integrato da un vero piano di welfare che liberi le donne dalla responsabilità, finora ricadente soprattutto su di loro, del lavoro di cura familiare.

Salute.  E’ necessario realizzare le Brest Uniit, pianificare un percorso salute donna ospedale-territorio, garantire la piena operatività del registro tumori.
Primo punto abbattere le liste d’attesa, un problema non più rinviabile. La breast unit è qualcosa di più di un modello organizzativo, è un modello di civiltà. Non soltanto lo auspico, ma ne farei un paradigma dell’intero sistema salute. Nasce dalla utilità di una effettiva presa in carico di un problema che non è soltanto sanitario, ma anche umano, per una malattia in cui il profilo, appunto, umano è fondamentale anche per la guarigione . Al tempo stesso occorre rivedere tutte le criticità di un sistema sanitario ormai calibrato su una concezione contabile e raionieristica che ha aziendalizzato quello che è  e deve restare un diritto costituzionale e universale. Mai bisogna andare, come invece accade, sotto la soglia del livello essenziale della.prestazione sanitaria e sociale. A proposito della legge 194 questa resta inattuata in molte delle sue parti anche per l’ illegittimo diniego di alcuni servizi da parte di operatori sanitari che lavorano nelle strutture pubbliche ma si rifiutano di applicare una legge dello stato. In questo senso, ritengo sia giusto che nei concorsi per l’accesso ai reparti di ostetricia e ginecologia, si debba preliminarmente verificare che i concorrenti non siano obiettori di coscienza, poiché se l’obiezione riguarda le coscienze non può impedire il corretto svolgimento di un servizio sanitario previsto e riconosciuto da una legge dello stato.

Osservatorio sulla violenza: attivare rapidamente l’osservatorio regionale, un piano strategico di prevenzione, iniziative di reonserimento lavorativo e sostegno legale, attivare il codice rosa.

La violenza sulle donne, in tutte le sue forme e fino a quella estrema del femminicidio esige un approccio integrato, di cui l’osservatorio è uno strumento fondamentale poiché non c è intervento che possa agire efficacemente senza una precisa conoscenza di tutto gli aspetti del problema. Per approccio integrato intendo un agire su vari fronti, da quello   assistenziale sociosanitario  a quello legato alla repressione fino al contrasto culturale al fenomeno della violenza.

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