Il regime della guerra, giornali allineati e la “colonna infame” dei dissidenti

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di Vindice Lecis

C’è qualcosa di mostruoso nell’elenco che il Copasir – organismo di controllo parlamentare sui servizi segreti presieduto da un uomo che viene dal Movimento sociale – ha fatto filtrare sui cosiddetti “putiniani” e sulla “galassia filo russa” e che il Corriere della Sera in un allucinante pagina ha pubblicato senza il minimo spirito critico e opportuna autonomia (oppure lo condivide in pieno, basta dirlo). Una colonna infame. Un elenco di persone  – manca papa Francesco, però – che con diversi orientamenti e ruoli  esprimono disapprovazione all’invio di armi all’Ucraina nella guerra per procura scatenata da un decennio dagli Usa contro la Russia.

L’elenco, con una titolazione che un qualsiasi capo redattore avrebbe rivisto magari inserendo delle virgolette in modo da attribuire chiaramente  la fonte, è un’agghiacciante dimostrazione di autoritarismo di stampo neo liberale. Un elenco di “nemici”, di persone che hanno “intelligenza col nemico” per il solo fatto che non si accodano al pensiero dominante e non si accucciano alla vulgata filo atlantista.

E’ un clima da regime. E come tutti i regimi, quello neo liberale-confidustriale-finanziario impersonato da Draghi, non tollera nessun dissenso o voce difforme. L’orizzonte è uno solo. La democrazia deve coincidere con l’Occidente, formula politico geografica contrapposta all’Oriente. Che un tempo era l’Urss, ora è la Russia e, specialmente, la Cina.

I confini della democrazia liberale – un impasto di feroce e crudele liberismo, politiche finanziarie, precarizzazione del lavoro, svuotamento dei parlamenti nazionali, sfruttamento delle risorse altrui – sono tutti dentro questo Occidente che comprende il padrone Usa e i suoi satelliti europei e i fedelissimi britannici.

Di tutto quindi si può discutere ma non fuoriuscire da questo recinto militar-finanziario. Colonne d’Ercole ben delimitate che, al massimo, possono accettare una finta alternanza di governo (infatti all’opposizione, si fa per dire, c’è la sorella d’Italia Meloni, con la bava alla bocca dell’interventismo appena sente parlare di guerra) ma non mettere in discussione la vera natura del potere: l’atlantismo, vera gabbia anti democratica.

Il presunto elenco di putiniani assomiglia molto al dossieraggio del Sifar degli Anni Sessanta e agli spionaggi fatti dagli informatori dell’organizzazione clandestina finanziata dalla Cia “Gladio”. Un fatto di una gravità notevoe, un tentativo di comprimere il perimetro delle libertà, di additare un legittimo dissenso come ispirato e frutto di un rapporto con una potenza straniera.

I “putiniani” diventano stranieri in patria, elementi esterni al Paese, spie del nemico.

Che un giornale come il Corsera pubblichi queste immondizie con le foto dei reprobi conferma che gran parte del giornalismo italiano ha terminato la sua funzione di cane da guardia del potere diventando esso stesso un elemento dell’establishment.

Il popolo italiano – tutti i sondaggi lo confermano – è contro la guerra per procura, è contro l’invio di armi, è contro l’aumento delle spese militari. Il popolo italiano sa che questo conflitto apparentemente scatenato da Putin con l’attacco all’Ucraina – stato che da tempo ha messo fuori legge ogni partito di opposizione – è in realtà la conclusione di quel “latrare della Nato ai confini della Russia”  denunciato da papa Francesco. L’Europa ne paga le conseguenza perché agli Usa dei suoi satelliti poco importa.

La linea oltranzista di Draghi-Mattarella-Di Maio è una pagina oscura della politica italiana. Il viaggio del presidente del Consiglio negli Usa si spiega bene in quest’ottica. Il riconoscimento del ruolo fondamentale dell’imperatore, unico deputato a muovere i fili del mondo.

Alla pace, alla trattativa, al multilateralismo non c’è alternativa. Se si vuole impedire una guerra davvero mondiale.

 

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